Due presunti atti minatori ai danni di figure apicali della ditta che si occupa della raccolta rifiuti
«Anomala gestione del personale», «grave situazione dei carichi di lavoro», e uno sciopero pronto a essere dichiarato. Alla Ecocar, società che si occupa della raccolta dei rifiuti nel Lotto Sud, un osservatore esterno direbbe che il clima sta diventando piuttosto teso. Chi invece vive l’azienda dall’interno non ha dubbi: il clima è teso da mesi e, semmai, la situazione sta peggiorando. I primi mesi del 2024 la tensione è esplosa con due presunti atti intimidatori ai danni di altrettante figure apicali dell’azienda: una busta con dei proiettili e un’auto aziendale incendiata. Da allora, però, il nervosismo sembra essere diventato più sotterraneo. Senza sparire.
Venerdì mattina la sigla sindacale Fiadel ha convocato un’assemblea alla quale avrebbero partecipato «l’80 per cento dei lavoratori» di Ecocar, più alcuni provenienti dalle altre società dell’igiene urbana cittadina. In solidarietà coi colleghi. Tra le contestazioni mosse dalla Fiadel ci sono anche «azioni intimidatorie e antisindacali messe in atto senza alcuna motivazione» da parte dei vertici della società e nei confronti della stessa impresa.
Mercoledì di questa settimana, Carmelo Condorelli della Fiadel ha registrato un video che ha rapidamente fatto il giro dei cellulari degli operatori dell’appalto di igiene urbana cittadina e non soltanto: si vede la sua macchina parcheggiata all’esterno dell’azienda, di fronte a un cancello chiuso. Dietro la vettura, il carico di un autoarticolato – senza la motrice – a bloccarne l’uscita. «È un sequestro di persona, non vogliono farmi uscire e tornare a casa», si sente dire nel video. L’arrivo delle forze dell’ordine non serve a molto, tranne che a certificare quanto accaduto e a ricondurlo alle tensioni aziendali. Questo fatto dovrebbe trasformarsi a breve in un esposto in Procura.
Sulle scrivanie dei magistrati etnei ci sono anche, almeno, altri due fascicoli legati a Ecocar: il 5 gennaio, nella buca delle lettere di casa sua, una delle figure apicali dell’azienda ha trovato una busta con alcuni proiettili e un messaggio che ne contestava lo stile «dittatoriale». Alcuni mesi dopo, il 23 aprile, un altro dei vertici dell’azienda si è visto bruciare sotto casa la Mercedes Classe A aziendale. Fatti la cui matrice intimidatoria, dice chi li ha subiti, è chiarissima. «Ormai siamo abituati a essere minacciati anche per i banali ordini di servizio», dice una delle due vittime, che ha chiesto di rimanere anonima.
Un’ulteriore conferma del fatto che tra i lavoratori serpeggi il malcontento: sostengono che siano necessarie più unità di personale, e che quantomeno debbano essere aumentate le ore dei lavoratori part-time. Dicono di essere insufficienti per svolgere il servizio a regola d’arte. Da un mese e mezzo c’è un operaio in meno. Mirko Consoli, meccanico, è stato arrestato in largo Basilicata: aveva con sé una grossa quantità di marijuana. Quando la perquisizione si è estesa a un garage nelle sue disponibilità, gli agenti delle Volanti hanno anche trovato qualche dose di cocaina, una pistola a salve, una Beretta con matricola abrasa e due caricatori. Stando a quanto risulta a questa testata, è l’unico operaio a essere attualmente sospeso dal servizio per motivi giudiziari. A fine novembre è fissata l’udienza per il patteggiamento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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