Sono state 300 le candidature per la 2a edizione italiana di She’s Next, il programma globale di Visa, co-promosso dal Corriere della Sera, che supporta la piccola imprenditoria femminile. Un segnale che si sta andando nella giusta direzione, come ha sottolineato Stefano M. Stoppani, Country manager Visa Italia, durante la premiazione che si è svolta in Triennale, a Milano, nel corso della festa-festival Il Tempo delle Donne.
«Mentre nel 2023 si sentiva ancora l’onda lunga della pandemia, che spingeva le candidate a innovare il proprio modello di business, quest’anno abbiamo visto imprese che stanno cercando di espandersi e internazionalizzarsi ma che sono già dentro il mondo digitale» ha detto Stoppani.
Le tre vincitrici – Camilla Cevolani, Paola Balduzzi e Roberta Pastore – hanno ricevuto ciascuna beni e servizi per un valore fino a 10mila euro, oltre a opportunità di formazione e tutoring.
Imprenditrici vincenti
Camilla Cevolani: «La mia vita in bottega a creare vetrate artistiche»
Camilla Cevolani, 26 anni, bolognese, titolare della Vetreria d’Arte Gamberini
«In terza superiore, al liceo artistico, dovevo scegliere dove fare il tirocinio estivo. Una mia professoressa mi consigliò la Vetreria Gamberini e decisi di provare. Conobbi Gabriele, il titolare e figlio del fondatore, poi mio maestro. La bottega mi piacque così tanto che prolungai il tirocinio e, dopo il diploma, entrai come apprendista. Da Gabriele ho imparato tutti i segreti delle vetrerie artistiche, dalla progettazione alla realizzazione. Su suo suggerimento, nel 2020 sono andata a specializzarmi al Centro internazionale delle vetrate a Chartres. Quando sono tornata, Gabriele è andato in pensione, e io ho rilevato l’attività, che ora porto avanti con due collaboratrici. Facciamo restauri di chiese, dimore storiche, alberghi, ma anche nuove creazioni, su richiesta. Nel 2023 ci siamo occupate del restauro delle vetrate di tre cappelle della basilica di San Petronio. Per She’s Next ho presentato due progetti. Il primo riguarda la mia formazione professionale, per perfezionarmi vorrei frequentare un master biennale in Conservazione delle vetrate artistiche all’università di York, in Inghilterra. Il secondo è un progetto di digitalizzazione dei cartoni preparatori delle invetriate bolognesi. Siamo pronti a partire con un fotografo specializzato che farà le foto ai 714 cartoni che abbiamo in archivio. Le immagini verranno poi copiate al computer e il disegno sarà riproducibile su ogni scala».
Paola Balduzzi: «I nomadi in smart working faranno rivivere i borghi»
Paola Balduzzi, 37 anni, architetta milanese, con la start up Inesto si occupa di rigenerazione urbana attraverso eventi culturali in aree marginali
«L’obiettivo di Inesto è riuscire a riattivare i piccoli borghi, ma il primo passo per farli conoscere è organizzare eventi singoli, ad esempio per le aziende, o residenze artistiche. Cerchiamo di creare occasioni di coesione sociale, e coinvolgiamo la popolazione locale; in Sicilia un pasticciere ha offerto un corso di cannoli, in un paese abbiamo aiutato nella raccolta dell’olio, la sera si beve tutti insieme la birra in piazza. Gli eventi, anche di pochi giorni, possono essere il primo passo per proporre poi esperienze più lunghe di co-living per nomadi digitali; offriamo spazi comuni, connessione wi-fi e stanze da condividere in strutture già esistenti – agriturismi biologici, alberghi diffusi – a chi lavora da remoto. In quanto alle aziende, attualmente il cuore del nostro business, per loro può essere più interessante proporre ai collaboratori un ritiro in qualche luogo isolato piuttosto che ripetere la tradizionale cena sociale. Lavoriamo all’estero, nel Sud della Francia, in Marocco, in Galizia ma anche in Sicilia, dove abbiamo progetti con le pubbliche amministrazioni per ristrutturare vecchie case abbandonate, grazie anche ai fondi del Pnrr. Su queste iniziative però siamo ancora agli inizi. Dopo ogni evento, forniamo la misurazione dell’impatto culturale e sociale: quanta popolazione abbiamo coinvolto, le spese, la CO2 risparmiata, il volontariato aziendale. Fino a oggi per questo servizio abbiamo utilizzato i nostri file ma con il premio She’s Next vorremmo realizzare una piattaforma digitale».
Roberta Pastore: «La mia Trotula diventa un tutor digitale»
Roberta Pastore, 43 anni, architetta salernitana, ha creato un progetto transmediale dedicato alla prima ginecologa della storia
«Mi sono imbattuta in Trotula per caso. Durante un trasloco, da uno scatolone pieno di libri è caduto un libriccino su di lei: è vissuta nell’XI secolo, è stata un’esponente della Scuola medica salernitana ed è considerata la prima ginecologa della storia, pioniera della medicina di genere. Famosissima ai suoi tempi, oggi è poco conosciuta. Ho sentito l’esigenza di raccontarla in un modo attuale, prendendola anche come spunto per parlare dell’emancipazione femminile, dell’istruzione per tutti, del valore del lavoro di squadra e anche dell’inclusione, visto che nella Scuola medica salernitana c’erano medici che provenivano da diverse parti del mondo. Con la mia socia abbiamo già realizzato un podcast, abbiamo pubblicato degli albi illustrati, come Trotula e la dieta mediterranea e Trotula, la prima donna medico della storia. Siamo andati in scena anche all’estero con uno spettacolo itinerante, siamo presenti sui social. Abbiamo realizzato qualche parco gioco a tema in provincia di Salerno, e stiamo lavorando al primo asilo dedicato alla nostra eroina. Con il premio Visa vogliamo fare un salto in avanti: creare un tutor digitale utilizzando l’intelligenza artificiale per portare Trotula ai nostri giorni. Uno strumento tecnologico che farà da supporto alle attività analogiche».
iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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