Falsa partenza. Preoccupante. L’Old Wild West parte male a Rimini cedendo nettamente alla distanza 85-71 contro una squadra che mette subito a nudo i difetti della banda di Vertamati.
I romagnoli aspettano semplicemente che le percentuali da tre dei suoi piccoli, innescati da lunghi non irresistibili, ma che hanno fatto il bello e cattivo tempo sotto il canestro friulano, aumentassero.
Hickey, Johnson, Pini, Alibegovic e Stefanelli è il quintetto scelto da Vertemati. Duelli da segnalare: i due Johnson sotto canestro, Hickey e Robinson in regia. Occhio all’ex Trapani Marini, un big in questa A2, che ben presto si mette in partita.
L’inizio dell’Apu è buono: guidano le danze i due Usa, difesa, palle vaganti trasformate in contropiede. Hickey è il faro, Caroti entra e fa pure meglio: 13-19 e solo per una tripla omaggio a Masciadri a fine primo quarto.
Il problema è che il classe 2001 Camara, 2.14 di altezza in prestito dalla Virtus (bravi in Riviera a prenderlo), trovasubito quale sia il tallone d’Achille di Udine e sotto canestro fa danni caricando di falli gli uomini di Vertemati. Come fanno Simioni e Robinson. L’inerzia così cambia.
L’Apu è molto diversa dall’ultima stagione. Meno tiri da tre, più penetrazioni (con Hickey che entra come vuole anche se sbaglia troppo), deve ancora completare il rodaggio. Speriamo sia una questione di equlibri e non un pericoloso difetto strutturale: Johnson è un forte lungo atipico che gioca fronte a canestro, non uno che battaglia sotto le plance. Si è visto. Con 9 rimbalzi in attacco catturati Rimini, allora, si deve mordere le mani per le basse percentuali nel tiro da tre (2 su 15) e va sotto 32-30 all’intervallo lungo.
Con 12 su 30 dal campo in Riviera non si può passare. Quindi i ragazzi del West devono cambiare registro. Invece, ripartono balbettando e la giocata Robinson-Marini mette i brividi alla trentina di tifosi della Gioventù Bianconera arrivati nella terra della movida e tornati delusi. È niente: l’ex Napoli e Trapani, il colpo dell’estate in A2, per distacco, fa la differenza. Funziona così, vai da lui scaricato dai tronfi siciliani, gli fai firmare un contratto, lo ingaggi e sai che poi con due Usa buoni lotti per vincere. Semplice. I suoi mettono la freccia, Udine si smarrisce tra palle perse e preoccupanti difetti strutturali.
Marini e Robinson imperversano. Il faro Hickey si spegne, Johnson perde il duello col più fisico omonimo, Alibegovic si eclissa e i restanti bianconeri poco fanno fa.
Ecco, alla prima giornata del nono campionato consecutivo in serie A, mentre i cugini di Trieste si permettono il lusso di battere l’Olimpia Milano, l’Apu gioca un terzo quarto imbarazzante da 15 punti e solo per l’incredibile canestro messo a segno da Ambrosin (per lui solo pochi minuti, strano) allo scadere.
Rimini a fine terzo quarto ha la partita in saccoccia sul 59-47. Dominando da sotto doveva solo aspettare che gli scarichi sui tiratori da tre, più liberi, producessero punti dopo il misero 13% dall’arco della prima metà di gara.
L’Apu prova a rifarsi sotto con Hickey o Caroti, ma i buoi sono ormai scappati dalla stalla perchè Rimini adesso segna anche dalla non vicina spiaggia. Mercoledì al Carnera arriva già Nardò. Per fortuna.
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