diLaura Martellini
Alessandro Giuli, che ha sostituito il dimissionario Gennaro Sangiuliano, chiuderà lunedì il suo curriculum di studi filosofici, per poi dedicarsi alla tesi. «Cambiare rotta» annuncia una mobilitazione
«Per una nuova cultura… Bocciamo Giuli! Bocciamo il fascismo e la cultura del precariato»: è lo slogan della mobilitazione annunciata per lunedì 30 settembre alla Sapienza di Roma, dove il neoministro Alessandro Giuli, fresco sostituto del dimissionario Gennaro Sangiuliano, sosterrà lunedì 30 settembre l’ultimo esame con il professor Gaetano Lettieri, direttore del dipartimento di Storia e antropologia delle religioni. La materia: «Teoria delle dottrine teologiche». Se l’attività ministeriale glielo consentirà, lo studente Giuli nel gennaio 2025 dovrebbe laurearsi, a 49 anni. Proprio per lunedì 30 alle 9, davanti alla facoltà di Lettere, gli studenti del collettivo «Cambiare rotta» (il cui motto è «Contro la crisi di civiltà del capitalismo, per il riscatto di una generazione tradita, è tempo di cambiare rotta! ») chiamano i colleghi a raccolta per un un sit-in, tutt’altro che benaugurante per il candidato.
Le contestazioni e la difesa
«Saremo nella stessa facoltà di Lettere – annunciano i manifestanti – dove il gruppo Meridiano Zero praticava agguati ai collettivi studenteschi colpevoli di non rimpiangere il regime fascista» (nelle intenzioni, il movimento intendeva ridare vita al pensiero della destra italiana, riformulando il pensiero post-fascista). L’attacco è anche personale: «Torna dopo una carriera di “giornalista”, “opinionista” e direttore della Fondazione Maxxi… a cui ha garantito un maxi-flop sugli ingressi dei visitatori» (dato smentito dallo staff del ministro e del museo). Su Instagram, il fotomontaggio di Giuli sul banco degli esaminandi è sormontato dalla scritta «Failed» («bocciato»): «Giuli – è il testo del lungo post – va alla guida di un ministero che ha smantellato per decenni la Cultura che avrebbe dovuto tutelare, privatizzando il patrimonio, appaltandone la gestione, precarizzando e dequalificando il lavoro nei beni culturali, nello spettacolo e nel turismo, in cui tanti di noi lavorano o aspirano a lavorare. Ci va come continuatore dell’opera di Sangiuliano: conflitti d’interessi, Times Square “a Londra”, e aumento record dei biglietti dei musei senza alcun vantaggio per chi ogni giorno lavora per tenerli aperti e garantirne la qualità».
No comment della commissione esaminatrice
A Giuli viene contestata la partecipazione al comitato della Fondazione Leonardo-Civiltà delle macchine e, come analista e consulente, della Fondazione Med-Or, presieduta dall’ex ministro Pd Marco Minniti. Sotto attacco infine l’ultimo libro a firma del ministro-giornalista, «Gramsci è vivo», in cui, a detta di Cambiare Rotta, «l’autore vuole mettere l’eredità di pensiero di un comunista ucciso dalle carceri fasciste a servizio di una “egemonia contemporanea” della destra di governo debole coi forti e forte con chi è già privo di tutele e di un futuro. E guai a ribellarsi». Finora non si registrano repliche da parte del titolare della Cultura, dedito, probabilmente, a un ultimo ripasso. Anche dai prof «no comment». La replica della commissione giorni fa al quotidiano Il Foglio: «La laurea è un fatto personale».
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