Il decreto Salva Casa passa in mano alle regioni ed è allarme in Sicilia. Scopri nel dettaglio che cosa sta succedendo.
Il Decreto Salva Casa è uno strumento legislativo che punta a semplificare alcune delle più complesse normative in materia edilizia. La sua introduzione si inserisce in un quadro normativo già ricco di regolamenti e direttive, spesso complicato da interpretare per i professionisti del settore. Il decreto, pensato per garantire una maggiore accessibilità alle procedure urbanistiche, rappresenta una risposta alle difficoltà burocratiche che molti cittadini e tecnici incontrano nelle loro attività quotidiane.
Una delle principali sfide del Decreto Salva Casa è il suo recepimento a livello regionale. Infatti, pur essendo stato approvato a livello nazionale, le singole Regioni devono adattarlo alle proprie normative. Questo processo di coordinamento richiede tempo e attenzione, poiché le Regioni devono armonizzare le nuove disposizioni con le leggi già esistenti nel proprio territorio, senza creare ulteriori complessità o contraddizioni con la legislazione in vigore.
Il problema, in molti casi, è che il sistema normativo regionale e locale già risulta essere complesso e difficile da navigare. Le leggi edilizie, spesso intricate e soggette a interpretazioni multiple, rendono necessaria una concertazione precisa tra i livelli istituzionali, per evitare che il decreto generi ulteriori confusioni. Questa fase di transizione, dalla normativa nazionale a quella locale, è quindi cruciale per la sua effettiva applicazione.
L’armonizzazione delle norme richiede un lavoro intenso da parte degli uffici tecnici e della giurisprudenza. L’interpretazione delle disposizioni del decreto non può che essere affidata anche ai tribunali, che saranno chiamati a risolvere eventuali dubbi interpretativi e conflitti normativi. Tuttavia, per facilitare questo processo, le amministrazioni locali devono intervenire in modo tempestivo e chiaro.
Il recepimento a livello regionale
Un esempio concreto delle difficoltà nel recepire il Decreto Salva Casa lo fornisce la Regione Sicilia. Qui, l’Inarsind, il sindacato degli ingegneri e degli architetti liberi professionisti, ha lanciato un allarme. La preoccupazione principale riguarda la necessità di coordinare in maniera rapida le modifiche introdotte dal decreto con la legislazione regionale esistente, in particolare con la L.R. n. 16 del 2016. Questa legge regionale regola già gran parte del settore edilizio in Sicilia, ma ha bisogno di essere aggiornata per riflettere le novità del Decreto Salva Casa, senza introdurre ulteriori complicazioni normative.
Secondo Inarsind, è fondamentale che l’amministrazione regionale intervenga in modo celere e preciso, per agevolare i professionisti del settore nell’applicazione delle nuove disposizioni. L’obiettivo è evitare che le normative diventino ancora più difficili da comprendere e da applicare, e di conseguenza, rendere più accessibili le procedure per i committenti. Questo permetterebbe anche di ampliare il numero di progetti edilizi realizzabili.
L’allarme di Inarsind in Sicilia
In Sicilia, nonostante una circolare del Dipartimento urbanistico regionale abbia cercato di chiarire alcuni aspetti del decreto, resta ancora molto da fare. L’architetto Luca Cosentino, coordinatore regionale di Inarsind, ha sottolineato come questa circolare non sia sufficiente per risolvere le problematiche legate alla doppia conformità e all’ampliamento degli interventi di edilizia libera. Serve, quindi, un recepimento più completo e un intervento tempestivo da parte dell’amministrazione.
Il recepimento delle norme, se non avviene in modo rapido e completo, potrebbe rallentare l’intero settore edile. Questo è uno scenario che Inarsind vuole assolutamente evitare, chiedendo un’azione concreta e celere da parte delle istituzioni regionali per coordinare il Decreto Salva Casa con le normative locali.
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