C’è molto più spessore, perfino politico, di quanto si creda in uno smash burger con farcitura di salse, bacon e patatine fritte. Franchino Er Criminale, alias Alessandro Bologna, romano d’origine, istruttore di pugilato, nomade gastronomico-digitale, da un anno diventato torinese d’adozione pur dividendosi con Milano, è una pallina da flipper che gira tutta l’Italia per la sua professione di food blogger, youtuber e content creator. Recensisce per strada forni, pizzerie al taglio, kebab, gelaterie e pasticcerie, mostrandoci il valore sociale della critica, anche se ad una lettura superficiale potremmo fermarci solo al prodotto che compra e assaggia.
Idolatrato dalla Gen Z ma con un gradimento intergenerazionale, se vedete vostro figlio adolescente con le cuffie che fissa il display dello smartphone, di solito mentre mangia, ci sono buone probabilità che stia guardando un video di Franchino.Lo youtuber romano si è affacciato sulla scena torinese, con il suo approccio senza filtri, pubblicando un video sul suo canale YouTube in cui recensiva i tramezzini «che in tanti mi avevano segnalato, informandomi che il tramezzino è stato inventato a Torino» ci racconta in un pomeriggio di sole tiepido, seduti a un tavolino di legno della Focacceria Sant’Agostino, nel Quadrilatero.
Chi resta agganciato a quel video, in cui aveva assegnato voti severissimi, anche uno zero, a locali blasonati, sbaglia perché non sta considerando quello che è successo dopo, in un anno intero, sul suo canale con 500 mila iscritti e oltre 145 milioni di visualizzazioni totali.Amico del fumettista Zerocalcare, del rapper MadMan e del creator e youtuber Simone Cicalone, Alessandro-Franchino si definisce «quasi sabaudo».
«Con la città c’è stato un graduale innamoramento – chiarisce – all’inizio Torino non la capivo. Vedevo una città a tratti bella e a tratti decadente, questa cosa mi ha destabilizzato nel giudizio. È una città del Nord con molti privilegi che si possono trovare al Nord, ad esempio tutti i servizi sono per la maggior parte efficienti, ma con un’atmosfera e un pathos del Centro-Sud. Torino è una città ignorata. Le persone ignorano quanto Torino sia bella e funzionale. Ed è anche l’ultimo baluardo italiano contro la gentrificazione, dove si possono ancora vivere gli spazi che la città offre. Il centro non è stato dato in pasto ai bed & breakfast, ci sono i residenti e tutto costa il giusto, gli affitti sono ancora bassi. E queste cose vanno difese. Secondo me da qui a 10 anni la città avrà un boom pazzesco perché sempre più gente si sta accorgendo della sua bellezza e vivibilità».
Gli chiediamo dei video realizzati a Torino, che «è anche una delle ultime città in cui mediamente si mangia meglio». Tra panetterie e pizzerie, da Barriera di Milano alla Gran Madre, Franchino dice quello che pensa su quello che mangia. Alcuni giorni fa ha pubblicato l’ultimissimo episodio su Torino per “Forni criminali”, «si è chiuso un percorso lungo un anno dove abbiamo incontrato una qualità che nessun’altra città ha saputo darci. Pizze e focacce splendide, lievitati grandiosi e tanti 10».
Per concludere è arrivato il 9 per “Manù”, una panetteria-pasticceria di piazza Conti di Rebaudengo, dove Franchino ha provato pizzette, pizza, cannolo alla crema e torta della nonna.Negli ultimi tempi sta modulando molto il suo modo di fare e si concentra sugli aspetti positivi non solo del cibo ma anche del servizio. La critica per lui è sempre costruttiva. «Purtroppo non si fa più critica nelle piattaforme, radio, tv e giornali, o non viene più fatta critica assiduamente, nel cinema, nella musica, nella letteratura. La critica porta rotture di c…i, come si dice a Roma. Può essere una denuncia o il singolo insulto. È molto più facile invece parlare sempre bene piuttosto che esprimere il proprio pensiero».
Franchino si interroga anche sul peso che viene dato alle sue recensioni. «Con l’avvento dei social ci sono nuovi modi per esprimersi che molto spesso non vengono capiti. Anch’io alla mia età, a 46 anni, ho fatto fatica ad aggiornare i miei file. Il personaggio Franchino, che non c’entra niente con la persona Alesssandro, è molto burbero nei modi, ma si può fare critica con diverse sfaccettature, posso farla educatamente o in maniera sboccata. La domanda che mi pongo è: se Alessandro avesse fatto una critica educata, avrebbe creato scalpore? Avrebbe fatto breccia in questo mondo? Lo avrebbero conosciuto in tanti? La risposta è no. Oggi si cerca la polemica, quindi è stato un mezzo che ho usato per farmi conoscere, ma ora non serve più, perché ormai quello che voglio comunicare viene recepito. Io non insulto nessuno, parlo di un panino. E per quanto io possa parlarne male, sto parlando di un panino, di cibo, che seppur radicato nella nostra cultura, è nulla in confronto ai tagli alla sanità o all’istruzione che subiamo senza opporci».
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